La transizione per le persone non-binarie

Molte persone chiedono come si possa transizionare visto che non si é né uomo né donna. Quale è lo scopo della transizione? Verso cosa si transiziona?

La risposta è diversa per ogni persona non-binaria. Ci sono persone che hanno iniziato gli ormoni ed altre sono sottoposte a diverse operazioni chirurgiche. Qualcuno reinterpreta il modo di vestire sovvertendo le regole binarie. Per qualcuno la transizione è pensare il proprio genere in maniera diversa, cambiando profondamente il senso di sé, senza cambiamenti esterni.

La mia scelta di affrontare la transizione è dovuta alla disforia. La disforia è definita come “sensazione di disagio o forte sofferenza causata dalla discrepanza tra l’identità di genere della persona e il sesso che gli è stato assegnato alla nascita (World Professional Association for Transgender Health). La disforia, nel mio caso, può manifestarsi in diverse maniere, e spesso va e viene senza una ragione apparente. Nei giorni in cui soffro di disforia può accadere che io non riesca a sentirmi a mio agio con nessuna scelta di vestiario, di nessun genere, perché non corrispondente alla percezione che ho di me stess*. Significa anche che provo un forte disagio nei confronti del mio seno, che non posso sopportare la sensazione di averlo attaccato al corpo o anche solo di guardarlo. La disforia può paralizzarmi, impedirmi di agire e di vestirmi. La disforia può riguardare i tratti del viso, il tono di voce, le spalle, le mani, i genitali o qualunque altra parte del corpo.

Ma non tutte le persone transgender hanno disforia, o lo stesso tipo di disforia. Alcune persone possono sentirsi a proprio agio con alcune parti del loro corpo. Alcune non sentono il bisogno di cambiare per alleviare la propria disforia. Ci sono persone che credono che per essere transgender tu debba provare disforia, ma io non sono tra quelle persone. Se si esplora il genere e se stessi e si scopre di non essere a proprio agio con il genere che è stato assegnato alla nascita, allora si è transgender.

Ci sono aspetti che ho cambiato perché erano troppo dolorosi ma, come persona la cui disforia è intermittente, non posso affermare che la mia transizione sia stata dettata dalla disforia. E questo mi riporta alla domanda iniziale: come transiziona una persona non-binaria?

Potrebbe sembrare una cosa semplice, se ti hanno assegnato il sesso femminile alla nascita e ti fasci il seno, compri abiti maschili, ti tagli i capelli corti significa che stai transizionando dal femminile al maschile. E qualcuno cui è stato assegnato il genere maschile alla nascita che inizia a truccarsi e a vestirsi con abiti femminili potrebbe essere visto come qualcuno che sta transizionando al sesso opposto. Alcune persone non-binarie si identificano in questo ragionamento ma, personalmente, non amo le dicotomie. È vero, ho buttato via qualche gonna e qualche vestito, ho comprato magliette da uomo e tagliato i capelli. Ma ho anche comprato nuovi rossetti e trovato vestitini vintage in negozi dell’usato , per questo, non mi considero come una persona che sta transizionando verso il genere maschile. Sono una persona non-binaria qualunque sia il mio modo di vestire, di modificare il mio corpo o la mia apparenza in modo che questa aderisca alla mia identità, al senso interno di me.

Tempo fa credevo di dover provare alle persone di essere un vero trans e di stare facendo la transizione ma ora so di non dover fare nulla per provare di esserlo, specialmente se sento di doverlo fare per gli altri e non per me.

Credo che la mia transizione durerà per tutta la vita, e non credo che transizionare significhi andare da x a y. Ho iniziato la transizione abbandonando la minuscola scatola nella quale ero rinchius*. Ho transizionato guardandomi allo specchio e capendo che non volevo essere né un ragazzo né una ragazza. Ho transizionato smettendo di indossare vestiti che mi facevano sentire a disagio. Ho transizionato chiedendo alle persone di chiamarmi con il pronome e con il nome che mi ero scelt*. Ho transizionato iniziando a portare reggiseni sportivi e binder che hanno cambiato la forma del mio petto. Ho transizionato non depilandomi, lasciando crescere le mie unghie e imparando a curarle per conto mio e comprando vestiti rosa. Ho transizionato facendo palestra per avere braccia muscolose, fabbricando da sol* spille, toppe, gonne con i miei pronomi sopra. Ho transizionato esponendomi e combattendo per il mio genere a scuola e chiedendo a mia madre di chiamarmi con il nome che ho scelto.

Credo che “transizione” non sia la parola giusta per descrivere quello che faccio. Concretizzo ogni giorno il mio genere attraverso queste azioni e nelle mie azioni.

Non è esibizionismo, è un cambiamento che avviene ogni giorno, e non sarà mai definitivo.

La cosa che mi ha aiutato a comprendere che tutti questi gesti convalidavano la mia transizione è che anche le persone cisgender reificano il proprio genere. C’è una frase che amo di un pezzo intitolato Dress to Kill, Fight to Win: “prima di tutto, non esiste un corpo genderizzato per natura. Tutti nostri corpi sono modificati in relazione al genere, che si usi la chirurgia (o si assumano ormoni) o no. Ognuno di noi è stato coinvolto o affronta il processo di genderizzazione ( diete, depilazione, esercizio fisico, scelta dei vestiti, contraccezione etc.) che modifica il corpo, così come siamo stati tutti soggetti a processi che hanno alterato il nostro corpo (essere stati nutriti in maniera diversa secondo il genere, aver avuto o essersi visti negare cure mediche a causa del genere, aver usato o essere stati esposti a prodotti pericolosi che sono sul mercato, solo perché relazionati alle norme di genere).

Considerare solo alcuni di questi aspetti e ignorarne altri è un classico esercizio di controllo della narrazione e imposizione. Considerare l’alterazione dei corpi delle persone transgender come processo sottoposto alle logiche del binarismo di genere e rafforzante le stesse, passare al microscopio i comportamenti delle persone trans mentre si rimane ciechi a pratiche di genderizzazione per le persone non-trans più frequenti e familiari, ma non per questo meno incisive e importanti, è esattamente quello che il sistema transfobico medico ha sempre fatto.

Ogni persona è degna di rispetto e valida con il suo corpo e il suo genere. Il modo in cui ci percepiamo, ci vestiamo e ci prendiamo cura di noi stessi dovrebbe essere quello che ci rende felici. Arrivare ad amare se stessi e il proprio corpo potrebbe essere difficile e faticoso, sia per le persone trans che cis. Ma credo fortemente nella capacità di darci supporto reciprocamente (e trovarlo in noi stessi) nella nostra transizione.

Traduzione di Ethan Bonali da un articolo di thebodyisnotanapology