Modelli queer, disabili, lgbt

L’inclusività e la sua minaccia al privilegio

Sempre più spesso vediamo brand includere nelle loro campagne pubblicitarie persone non conformi: persone disabili, grasse, con tratti non canonicamente armonici, per fare qualche esempio.

Per molte persone questo è negativo: si affrettano a dire che si tratti esclusivamente di marketing e di buonismo, un mero inganno per vendere il loro prodotto. E fin qui, ci potrebbe anche stare, ma questo punto lo approfondiremo tra un attimo. Il problema è che a questo tipo di affermazioni si affianca l’affermazione di quanto questo buonismo sia sbagliato e infici quello che è sempre stato caratteristico dei media: il venderci un sogno ,un modello irraggiungibile, e il fatto che chi sta davanti all’obiettivo abbia una superiorità estetica che lə eleva rispetto ai comuni mortali, spingendoli a inseguire un modello per elevarsi a propria volta.
Analizziamo queste obiezioni.

È marketing? Ma certo che lo è: anche i brand più prestigiosi si sono resi conto che i gruppi marginalizzati pretendono rappresentazione. E per quanto sia assolutamente vero che più che una campagna pubblicitaria sarebbe necessario un cambiamento a livello societario per far uscire dai margini chi ci è rinchiuso dentro, da qualche parte bisogna partire. E la verità è che come la società influenza il marketing, il marketing influenza la società, e la rappresentazione nei media è utile per mostrare realtà diverse anche a chi è totalmente fuori dalla “bolla” transfemminista e inclusiva.

Il fatto che l’immagine di persone non conformi si imponga in un modo che da alcunə è percepito come disturbante è giusto: mette in crisi il privilegio e chi guarda ha paura di perderlo, perché viene imposta un’immagine di persone marginalizzate e considerate inferiori dal punto di vista estetico, e spesso non solo.

Questo può mandare in confusione persone abituate a un ordine costituito in cui sentono di dover inseguire determinati modelli, e nel momento in cui si vedono “superare” da una persona che non incontra questi modelli la loro motivazione al cercare di aderire a una certa estetica è a rischio. Il loro privilegio è a rischio, ed è bene che sia così.

Ovviamente non mi illudo che il concetto di superiorità estetica venga scardinato in questo modo: è molto più complicato di così.

Il motivo per cui vedo l’inclusività nei media come positiva è la rappresentazione, che a determinati gruppi è sempre mancata.

Articolo di Venefica Alice